La donna
LA DONNA NELLA STORIA
Storia dell’arte
Klimt è stato uno dei più grandi artisti della secessione. Oltre al suo vasto uso dell’oro
nelle sue opere, Klimt è anche importante per aver dato una nuova
rappresentazione della figura femminile. Le donne di Klimt sono figure di seduzione,
l’artista austriaco ha proposto al suo pubblico e ai posteri innumerevoli ritratti e
raffigurazioni di donne, mettendo da parte la figura maschile che è concepita solo
come complementare a quella femminile. Se alcune donne da lui ritratte sembrano
incorporee, quasi spiriti, è altrettanto vero che la maggior parte, invece sono
rappresentate in tutta la loro fisicità, che è fatta tanto di sensualità quanto di
realismo. Ci sono donne “ideali”, eteree, ma in linea di massima i loro corpi sono
rappresentati nella loro concretezza, fatta di carne e anche di imperfezione.
Pensiamo per esempio alle “Tre età della donna”. C’è spazio per ogni tipo di fisicità:
la fanciullezza, il fiorire della gioventù e dell’età adulta, il decadimento dovuto
all’incedere del tempo. In Klimt troviamo tutto: la sensualità, l’autoerotismo
(pensiamo a Danae), la vecchiaia, la gravidanza, la plasticità del corpo umano.
L’amore di Klimt per le donne trova un profondo riscontro tanto nella sua arte,
quanto nella sua vita privata. Il pittore visse con la madre fino al giorno in cui lei morì,
e durante la sua vita intrecciò numerose relazioni amorose, anche se non si legò mai
unicamente ad una donna. Lui stesso, infatti, diceva di essere confuso riguardo al
suo rapporto con l’altro sesso. Estremamente riservato, era risaputo che
intrattenesse numerose relazioni con molte donne dell’alta borghesia viennese. Si
dice che abbia avuto almeno 6 figli da 3 donne diverse, e che non ne riconobbe
nessuno. Tra le sue più famose amanti, sicuramente c’era Adele Bloch-Bauer.
Le donne di Klimt rappresentano un nuovo modo di rappresentare il complicato e
affascinante universo femminile, senza perderne nessuna sfaccettatura. E’
inevitabile che le sue muse fossero dotate di un grande e indiscutibile fascino
Italiano
Per Montale, la donna è una delle due possibilità per l’uomo di trovare il varco.
Varco= uscita dal male di vivere.
Montale non descrive mai le sue donne tramite una descrizione fisica, ma tramite, ad
esempio, i loro gesti.
Arletta= Abbreviazione di Anna degli Uberti, ragazza che Montale incontra durante la
sua giovinezza. Sarà molto importante per lui. Dopo la sua scomparsa, Montale
attraversa un periodo di poetica basata sull’assenza: Arletta si rivela un segnale di
salvezza e di rivelazione.
Clizia= simile a Beatrice di Dante = qui abbiamo una visione più laica – ci si può
salvare solo tramite la cultura e non Dio.
Volpe= donna sensuale, corporea.
Mosca= sua moglie, concretezza della vita, il buon senso, che risolve le piccole cose
della vita.
Inglese
Virginia Woolf is one of the greatest female writers and she is part of Modern
literature. She writes “A room of one’s own” = essay, a feminist classic, defines the
question of women and fiction as being three connected questions: women and
what they are like; women and the fiction they write; women and what is written
about them. The main obstacles she saw included economic dependence on men.
Shakespeare’s sister.
Storia
Nella prima guerra mondiale le donne vennero mobilitate in gran numero, per
lavorare nelle fabbriche, negli uffici commerciali o pubblici, ed in tanti altri campi di
lavoro= fronte interno. Tuttavia, al termine della guerra, non ottenevano i diritti di
cittadinanza alla pari degli uomini, né il diritto di voto, né la parità al mercato del
lavoro. Con l’avvento della dittatura fascista, quando Mussolini salì al potere nel 1925
per instaurare il fascismo come filone del regime italiano, l’Italia era un paese
relativamente arretrato ed ancora molto legato all’agricoltura, con grande differenze
tra Nord e Sud e tra città e campagna. La povertà era molto diffusa.
Questa politica era sempre in rapporto con la “crisi demografica”= tenere la
popolazione stabile, sui 40 milioni di abitanti – “la forza sta nel numero”.
Mussolini creò un immagine della “donna ideale”: veniva esaltata la donna come
“essenzialmente madre”, secondo il regime l’obbligo delle donne era di essere “mogli
e madri esemplari”.
Naturalmente l’occupazione femminile esisteva già prima del fascismo, anche se
soprattutto nei settori manuali. Il mestiere dell’insegnante era un’eccezione. Tante
donne erano impiegate in questo settore, visto che fu considerata una professione di
basso status. fu fondata l’ONMI (Opera nazionale per la maternità ed infanzia, per la
tutela della madre e del bambino), fu introdotta la tassa sul celibato per iniziare una
campagna per l’aumento delle nascite l’anno successivo. Per incoraggiare le coppie
a mettere su famiglia e diventare famiglie numerose vennero concessi di più assegni
familiari, assicurazioni di maternità, prestiti per il matrimonio, premi per le nascite e
creati istituti per l’assistenza sanitaria e sociale alla famiglia ed all’infanzia. Come
misure negative sono da registrare per esempio la criminalizzazione dell’aborto,
seguito con interventi repressivi.
Organizzazioni femminili:
Fasci femminili= indirizzare e coordinare tutte le attività delle organizzazioni femminili
del partito;
Giovani Italiane= organizzazione per bambine e ragazze, dove possono fare sport.
Un punto di conflitto fu, che negli anni venti, specialmente durante la crisi economica
degli anni 1926 e 1927, la maggioranza delle famiglie cercava di limitare il numero
dei figli, sia per motivi economici, che per motivi individuali. Accanto alle ragioni
economiche, per tante ragazze lo sguardo nel futuro come mogli e madri non era
soddisfacente, ma significava restringimento, monotonia e noia.ù
Dopotutto, il regime non fu capace di stabilire i tassi di natalità durevolmente ad un
alto livello, perché non riuscì a compensare le spese legate ai figli.
Mussolini cercava sempre di impedire che le donne considerassero il lavoro come
mezzo di liberazione, e voleva che la donna lavorasse semmai per pura necessità
economica.
Grafica
La figura della donna è cambiata durante gli anni – dai manifesti alle pubblicità. Anni
‘50 in poi con la diffusione della televisione. Donna casalinga, sensuale, la mamma e
l’amica.
Anni ‘50-’70 : il Carosello – la donna casalinga – l’identificazione della donna nei
prodotti casalinghi. Anni ‘70, la donna icona sexy – la casalinga con i tacchi – la
donna-oggetto, seduttrice – la birra Peroni. Viene mostrato non solo il volto ma anche
il corpo (gambe, glutei ecc.) .
Anni ‘80-2000 : figura femminile più sicura di sé, lavoratrice. Anni ‘90 – emancipazione
– le donne dell’epoca iniziano a sentirsi più sicure ad andare in giro vestite in un certo
modo – parità dell’uomo – prodotti unisex e donne vestite con abiti maschili (es.
smoking) .
Oggi: la donna-oggetto, il corpo femminile molto usato e abusato – usato per attirare
il target maschile. Il tema del corpo troppo magro e tonico – il corpo ideale campagna Dove 2012.
Filosofia
Il caso di Tiziana Cantone non è il primo caso dove a rimetterci la vita è una donna
per colpa di video hard sulla rete, ma è sicuramente molto importante. Questo caso
ha dato l’opportunità di disciplinare in modo legislativo un argomento che si conosce
molto bene, ovvero il cyberbullismo. Ma perché proprio questo caso ha portato a
parlare così tanto di questa problematica?
Tiziana era una giovane donna di trent’anni napoletana alle prese con gli studi di
giurisprudenza. Aveva una relazione con un uomo più grande di lei che però la portò
ad una tragica fine, ovvero a suicidarsi. Per scappare da questo incubo, Tiziana
cambia anche paese, il proprio nome, tutto, ma sarà comunque invano. A questo
punto ha perso totalmente la sua libertà: Fichte parla di libertà come un qualcosa
che non viene data all’uomo, ma è una capacità che l’individuo possiede quando
cerca di superare gli ostacoli e i limiti che si trova davanti.
Probabilmente sarà stata la vergogna a far decidere a Tiziana di suicidarsi e la
vergogna è un argomento trattato da molti filosofi, come ad esempio Sartre:
“coscienza di sé come vergogna”, che si ha vergogna sempre di qualche cosa; nel
dettaglio egli vede questo qualcosa essere l’io stesso, è vergogna di fronte a
qualcuno”. In sostanza si ha vergogna di sé stessi sì, ma quando si è con qualcuno
che, vedendo e osservando, conferma e fornisce vita a tale sentimento.
Marco Belpoliti = libro “Senza vergogna” – quel sentimento che ci suggerisce di
provare un turbamento, oppure un senso d’indegnità di fronte alle conseguenze di
una nostra frase o azione, che c’induce a chinare il capo, abbassare gli occhi, evitare
lo sguardo dell’altro, a farci piccoli e timorosi.
Educazione fisica
La “Carta dei principi dello sport per tutti”, redatta nel dicembre del 2002, recita nel
suo primo articolo: “Praticare lo sport è un diritto dei cittadini di tutte le età e
categorie sociali.” Per arrivare a questo ci sono voluti molti anni, e ancora oggi ci
sono differenze di genere.
Per gran parte della storia, la donna infatti è stata esclusa dalla pratica sportiva,
poiché la sua immagine era quella di una donna curata, dedita alla famiglia, che
incarna valori quali bellezza, grazia, sensibilità, che in molti sport non sono presenti.
Se facciamo qualche passo indietro, e torniamo all’antica Grecia, la pratica sportiva
non aveva alcun carattere ludico, ma serviva ben si a preparare gli uomini alla
guerra.
Le prime olimpiadi dell’era moderna si svolsero ad Atene nel 1896, le donne vi furono
escluse, poiché secondo IL fondatore del CIO (Comitato Olimpico Internazionale), la
loro partecipazione sarebbe stata poco pratica, priva di interesse, antiestetica e
scorretta. Solo quattro anni dopo, alla seconda edizione, quella di Parigi del 1900, le
donne presero parte ai giochi, concorrendo in discipline come il tennis su prato, il
croquet, la vela e il golf.
Tra gli anni Settanta e Ottanta si sono diffuse in Occidente discipline come l’aerobica
e il fitness grazie ai movimenti femministi che, tra le altre cose, determinarono una
svolta nella considerazione del corpo femminile. Nel corso degli anni, nonostante la
discriminazione le donne vennero ammesse ad un numero sempre maggiore di
discipline, grazie anche alle pressioni di numerose società sportive femminili
europee; fino ad arrivare alle olimpiadi di Londra 2012, dove con l’introduzione della
boxe femminile, non vi sono più sport che non vedono la partecipazione delle donne.
Religione
Pesi cristiani
Oggi, nel mondo cristiano, la donna vive una condizione di uguale dignità e
responsabilità rispetto all’uomo, nei vari ruoli all’interno della società.
Ebraismo
Anche nell’Ebraismo la donna riveste un ruolo primario perché è considerata la
colonna portante della famiglia e deve comportarsi da madre esemplare,
tramandando ai figli le tradizioni e i riti ebraici. nulla preclude alla donna la possibilità
di svolgere fuori casa una qualsiasi attività lavorativa, purché si concili con i “compiti”
da adempiere tra le mura domestiche.
Paesi Musulmani
Il ruolo e la condizione femminile cambiano completamente quando ci si sposta in
Oriente. Una delle religioni più controverse in tal senso è l’Islam. Dal punto di vista
religioso non sembrano esserci problemi. Per la legge islamica la donna ha gli stessi
doveri dell’uomo, non c’è per essa alcuna discriminazione nella vita eterna che
l’attende dopo la morte. Alla parità “spirituale” non si rispecchia un’uguaglianza nella
vita di tutti i giorni. Secondo il Corano «gli uomini sono preposti alle donne perché Dio
ha prescelto alcuni esseri sugli altri e perché essi donano dei loro beni per
mantenerle».
Negli stati più tradizionalisti come l’Afghanistan o l’Iran, la dottrina coranica si segue
alla lettera.
Pertanto la donna, finché rimane in famiglia, è sottoposta all’autorità del padre e
dopo, quando si sposa, passa sotto l’autorità del marito. In questo modo le donne
sono private dei fondamentali diritti umani e civili: non godono della libertà di
spostamento, della libertà di espressione e di parola; non possono procedere negli
studi, né tanto meno fare carriera o ricoprire cariche o posizioni di responsabilità in
campo civile o religioso. Non possono decidere il proprio destino, né quello dei propri
figli e sono totalmente sottomesse all’uomo, da cui possono venire ripudiate (e non
viceversa). Inoltre sono obbligate a coprire il proprio corpo e spesso anche il viso.
Induismo
Non va meglio alle donne di fede induista, che nel corso dei secoli hanno subito più di
tutte una graduale degenerazione dei loro diritti.
Oggi per loro c’è solo obbedienza: al padre, al marito, ai figli maschi. Il matrimonio è
deciso dai genitori e comporta l’obbligo della dote portata dalla sposa. Questa è
l’origine della maggior parte dei divorzi e di incidenti mortali, che permettono
all’uomo di risposarsi per ricevere una nuova dote. I casi di maltrattamenti e violenza
sono all’ordine del giorno e anche le donne più emancipate faticano a ritagliarsi un
ruolo nella società indù. Le vedove che si risposano, invece, vengono
automaticamente emarginate dalla società.
Fisica
Negli anni ’50 e ’60 erano moltissime le donne che lavoravano nei team spaziali,
occupando ruoli fondamentali. Lavoravano come calcolatrici e collaboratrici per
rendere possibili varie missioni. Tuttavia, le donne rimanevano appunto “nascoste”,
gli astronauti erano sempre e solo uomini, poiché le donne erano considerate non
adeguate per questo lavoro. Ci sono voluti decenni per convincere le agenzie spaziali
che le donne sono perfettamente adatte alla carriera dell’astronauta. All’inizio la
cosa era considerata una stravaganza e la Nasa ha ostinatamente chiuso le porte
alle donne aviatrici che si erano fatte avanti, anche dopo avere effettuato gli stessi
test psicofisici dei candidati maschi alle donne superandoli.
La situazione però poi è lentamente cambiata: le donne iniziarono a farsi sentire e a
chiedersi il perché di questa scelta, alzando le loro voci e portando avanti l’idea che
anche le donne erano in grado di poter svolgere questo ruolo. Infatti, la prima donna
astronauta, Valentina Tereshkova, fu una di loro e riuscì, superando tutti i test
necessari, ad andare nello spazio. Fu quindi l’Unione Sovietica a portare per la prima
volta una donna nello spazio nel 1963, iniziando così una catena di missioni spaziali
con astronaute da parte di altri paesi. Gli Stati Uniti furono i secondi a farlo, nel 1983.
Un’altra importante astronauta è l’Italiana Samantha Cristoforetti: è la prima donna
italiana ad andare nello spazio e prima donna europea come comandante nel 2022.
Katherine Johnson: entrò a far parte del team della NASA e secondo una storia, in un
primo momento lavorò in un gruppo di tecnici donne che eseguivano calcoli
matematici, noto come “computors” ., fino a quando si ritirò e poi lavorò come
ingegnere aerospaziale. Nel 1959 calcolò sia la traiettoria per il primo volo spaziale
con equipaggio, poi assegnato ad Alan Shepard. Calcolò inoltre la traiettoria per la
missione sulla Luna dell’Apollo 11 del 1969, mentre nel 1970, lavorò alla missione
Apollo 13. Infine lavorò al programma Space Shuttle, all’Earth Resources Satellite e
ai piani per una missione su Marte.
Il fatto che le donne debbano aver affrontato questa “discriminazione” sembra
assurdo, ma fortunatamente il cambiamento c’è stato ed ha portato vari benefici: la
donna viene considerata maggiormente, giocando un ruolo importante in quanto
inizia ad assumere un’importanza quasi pari a quella dell’uomo, mostrandosi anche
all’altezza di tali ruoli. Questo porta anche a diventare un modello per tutte le donne,
a far credere che tutti possono riuscire ad arrivare ai propri obiettivi,
indipendentemente dal sesso.
…